PROLOGO
Hacienda dei Vendicatori, Penisola di Palos
Verdes
L’uomo in camice da
laboratorio che sta sorseggiando un caffé bollente si chiama Henry Pym, e
secondo quasi chiunque altro è uno degli uomini più intelligenti del pianeta. Lui
al momento non la pensa così, osservando pensieroso una porta in metallo
collegata a migliaia di cavi.
Una donna dai capelli
verdi entra nel laboratorio, guardandosi attorno incuriosita dalle meraviglie
tecnologiche abbandonate negli angoli ad accumulare polvere.
-Buongiorno, dottor Pym. Un’altra nottata
insonne?-
-No, questa volta sono riuscito a prendere
sonno per un paio d’ore. E ti prego, chiamami Hank.
-Ci proverò. A cosa stai lavorando?-
-Sto cercando di applicare su larga scala la
superposizione quantistica, ma sto avendo dei problemi a superare la
non-separabilità degli stati quantici.
-Uhm... vorrei mentire dicendo che sembra
interessante, ma non ho idea di cosa tu abbia appena detto.-
-Il nostro ultimo scontro con i Signori del
Male mi ha fatto pensare che abbiamo bisogno di un collegamento più diretto con
la nostra base est. Una volta attivata, questa porta condurrà direttamente a
New York City – dichiara con entusiasmo Hank Pym, premendo un pulsante sulla
maniglia.
Mille piccole luci
disposte lungo il telaio si illuminano, ed il dottor Pym apre la porta... che
non va da nessuna parte, mostrando solo un muro.
-Se riuscirò a farla funzionare, almeno –
conclude Pym richiudendo la porta.
-Non farò finta di capirne molto, ma una cosa
del genere non esula abbastanza dal tuo campo? Credevo che tu fossi un
biochimico, un esperto di cibernetica, un entomologo... probabilmente dimentico qualcos’altro.-
-E quando è stata l’ultima volta in cui ho
fatto dei progressi significativi in una di queste discipline? Reed crea una
nuova branca della scienza ogni sei mesi e Tony sforna una meraviglia
tecnologica dietro l’altra. Nell’ultimo anno T’Challa ha registrato tre volte
il numero di brevetti in più rispetto a me, e lui deve anche gestire un’intera
nazione!-
-Tutto questo non ha niente a che fare con il
fatto che i profitti dei tuoi vecchi brevetti stanno diminuendo, vero?-
-E tu come hai fatto a...-
Il dottor Pym non fa
in tempo a finire la frase, interrotto dall’allarme della base. La sua collega
si solleva magneticamente da terra, volando verso la porta.
-Coraggio, Hank, questa è un’ottima occasione
per non rimuginare troppo sui tuoi esperimenti.
Entro pochi minuti,
Lorna si sarebbe pentita di questa frase.
(Di Carlo
Monni e
Fabio
Furlanetto)
1.
Il quinjet atterra non troppo delicatamente
nella proprietà dei Vendicatori della Costa Ovest, che si sono radunati
all’esterno della base per rispondere all’allarme.
Si aspettano di veder scendere dal velivolo i
propri colleghi della costa est: quello che li sorprende è constatare che
parecchi di loro sono stati gravemente feriti.
Visione non aspetta nemmeno che il portellone
del quinjet si apra, passando invece attraverso le pareti portando in braccio
una donna in costume la cui gamba destra è stata ingessata nel suono solido.
-Allertate il
personale medico, abbiamo dei feriti – annuncia Visione.
A scendere subito dopo sono Stella Nera
distesa su una barella ed Ursa Major in spalla ad Ercole. Sersi deve appoggiarsi
a Capitan America e Scarlet per restare in piedi; Jocasta, Vostok e
-Hey, quella è
<<Non è il momento>> replica Iron Man, con un tono molto più acido del solito.
-Non ho detto che non li possiamo aiutare,
volevo solo…- inizia a rispondere U.S.Agent. Iron Man lo spinge da parte,
incurante del fatto che la forza impiegata per farlo avrebbe ferito un normale
essere umano.
<<Fuori dai piedi, Agent. Hank, queste persone hanno bisogno di
assistenza medica: Stella Nera ha un rene perforato, Sersi potrebbe avere una
commozione cerebrale, Fantasma ha una brutta frattura alla tibia ed Ursa Major
un’ustione da raggio repulsore di primo grado>>.
-Faremo il possibile, ma…cosa diavolo è
successo?
-Ultron – risponde il Guardiano d’Acciaio. Non
è necessario aggiungere altro.
Le sorprese della giornata non sono finite,
però, perché è a questo punto che un elicottero con il sigillo della Casa
Bianca inizia la propria lenta discesa.
Non è certo una sorpresa che l’infermeria dei
Vendicatori sia ben attrezzata. Dopotutto
L’atmosfera è tesa ed anche caotica
-Possiamo fare ben poco qui.- commenta Henry
Pym, che indossa un camice sopra il suo costume da Calabrone –Non siamo
attrezzati per emergenze mediche così gravi. Nessun problema per le ustioni di
Ursa Major, grazie anche al suo fisico particolare e se Fantasma rimane solida
abbastanza a lungo non ci sono problemi ad ingessarla in maniera più
appropriata, ma Stella Nera è tutta un’altra storia. Qui ci vuole un vero
ospedale e, temo, un’operazione chirurgica. Per fortuna appena siete arrivati
ho allertato
Se
l’osservazione ha irritato l’uomo dentro l’armatura, la voce filtrata
elettronicamente non lo lascia trasparire:
<<Nella
concitazione del momento non ci ho pensato, lo ammetto. Spero che non si sia
perso tempo prezioso.>>
-Non è il momento, né il caso, di farsi
prendere dai sensi di colpa.- replica Pym –Credimi, io sono un esperto in
questo. Ora dobbiamo darci da fare, Ultron è ancora libero e non siamo al massimo della forza… tanto per
cambiare. Jocasta… vedo che sei rimasta danneggiata. Mi spiace averti fatto
aspettare. Vedrò cosa posso fare per ripararti.-
-Non importa. Gli umani hanno la precedenza.
I… loro danni… non possono essere riparati facilmente quanto i miei.-
-Cos’è una citazione della Prima Legge di
Asimov? Seguimi in laboratorio. L’infermiera Palmer è perfettamente in grado di
occuparsi dei pazienti rimasti
E così dicendo Hank trascina Jocasta fuori
dall’infermeria.
Nell’ampio salotto della villa un ospite che
molti definirebbero importante ha uno sguardo preoccupato. Valerie Cooper,
Consigliere del Presidente per gli Affari Super-Umani. Non ha un lavoro facile
e spesso si chiede perché abbia deciso di accettarlo, lasciando un tranquillo
posto di insegnante universitario. La nozione di Servizio Pubblico è forse
passata di moda per molti, ma non per lei. In passato ha commesso errori, ma
forse può porvi ammenda, se ne avrà la possibilità- Avverte gli sguardi
sospettosi, se non ostili, dei presenti e non solo dei Russi. Lei rappresenta
il Governo ed il Governo ha dato a tutti loro più di un motivo per non fidarsi
in passato, non può biasimarli. Quasi non osa guardare verso U.S.Agent che sta
appoggiato a braccia conserte contro una parete. A volte si chiede cosa l’abbia
portata ad innamorarsi proprio di lui, una specie di incrocio tra Arnold
Schwarzenegger, Dolph Lundgren e Clint Eastwood. Il punto è che pochi lo
conoscono veramente e sanno quanto sia fragile sotto quella stazza
impressionante. Ma forse sta solo cercando di razionalizzare e sposta
rapidamente lo sguardo.
Ora ha altre cose a cui pensare e non sarà
facile dire ai Vendicatori ed alla Guardia d’Inverno quello che ha da dire. Non
sarà affatto facile.
2.
Nel laboratorio di
cibernetica di Hank Pym, Jocasta richiude sul petto il pannello di accesso ai
suoi sistemi interni.-
-Non avresti dovuto aspettare così tanto prima di chiedermi di
ripararti; il danno era piuttosto esteso.-
-Ci sono ben altre priorità; io posso permettermi di mettere in
stand-by alcuni sistemi vitali, gli esseri umani no. Hank, non abbiamo avuto
modo di parlare molto di tutto quello che è successo di recente…-
-Fermeremo Ultron, Jocasta, lo sai meglio di me che non è la prima
volta in cui rischiamo così tanto.-
-Mi riferivo a Janet.
-Oh. Ad essere onesto, ho fatto di tutto per non pensarci. Mi rendo
conto di essere stato un codardo nel non parlarle subito di tutto quello che si
è scordata.-
-La ami ancora?-
La domanda sorprende
Hank. Jocasta non ha mai cercato di nascondere le proprie emozioni come
Visione, ma loro due non sono mai stati troppo vicini; il fatto che gli schemi
mentali di Janet siano stati usati per costruire la sua mente rende la cosa
troppo bizzarra anche per gli standard di un membro fondatore dei Vendicatori.
-Non lo so. Ma rivedere la vecchia Janet che avrebbe baciato il terreno
su cui camminavo fa uno strano effetto; non so come comportarmi, vicino a lei.
-Capisco cosa provi. Essere vicina a Janet riporta a galla parti della
mia programmazione che credevo di aver cancellato.
-Ami ancora Ultron?
-Non lo so. Sono stata programmata per amarlo. Tutto il resto di me
stessa grida contro quella singola riga di codice che ho cancellato non so più
quante volte… ma c’è ancora. Non dovrei essere presente all’attacco.
-Jocasta, capisco che tu sia confusa, ma dopo tutto quello che…
Nel parco della Villa dei Vendicatori si confrontano tre persone molto
speciali. Nella loro vita si sono trovati da entrambi i lati di quel
sottilissimo confine che divide gli eroi dai criminali ed il giusto
dall’ingiusto e quasi sempre a causa dell’uomo chiamato Magneto, padre di tutti
e tre.
Quicksilver,
Scarlet e Polaris, per la prima volta insieme da un bel po’ di tempo.
-Confesso di essere ancora a disagio con
l’idea di essere la figlia di Magneto.- sta dicendo Lorna Dane
-Ti capisco.- replica Wanda Maximoff –Anche
per me e Pietro è stata dura all’inizio, ma siamo riusciti a conviverci alla
fine. Bisogna dire che nostro padre è un uomo complesso.-
Dalle
labbra di Quicksilver esce un suono non facilmente interpretabile e Wanda fa
una smorfia fissandolo.
-Complesso è dir poco. Non posso fare a meno
di chiedermi se quella specie di utopia che dice di voler costruire a Genosha
reggerà oppure no.-
-Gli ho già detto che lo tengo d’occhio e se
dovesse fare un passo falso gliela farò pagare.- commenta Pietro.
-Beh, non mi riguarda, non più, almeno.-
ribatte Lorna -Se non altro ci ho guadagnato un fratello ed una sorella.-
-E da quando è qui Pietro non avrà certo
mancato di fartelo pesare.- aggiunge, ironica, Scarlet.-
-Wanda, per favore…- interviene Quicksilver.
-Puoi scommetterci.- risponde Polaris ridendo.
Sono
più che uomini, sono simboli. Sotto la maschera di Capitan America Jeff Mace
cerca di non pensarci troppo, ma la verità è che l’uomo che si fa chiamare
Guardiano d’Acciaio lo intimidisce. Per quanto ne sa, è un veterano molto più
esperto di lui. U.S.Agent, invece, non si fa intimidire da nessuno… nessuno che
lui conosca almeno.
-Non sei molto socievole.- gli sta dicendo
proprio in quel momento il Guardiano d’Acciaio in un inglese praticamente senza
inflessioni.
-Tu dici, tovarich?- ribatte U.S.Agent.
-Non usiamo più quella parola. I tempi sono
cambiati adesso.-
-Oh si, lo so.- Agent fa una smorfia che
probabilmente dovrebbe essere un sorriso – Non sono così stupido quanto puoi
credere. Niente più bandiere rosse, niente più comunismo, niente gulag. Conosco
i cambiamenti, ma non mi fido dei vostri governanti adesso più di quanto mi
fidassi di quelli di prima.-
-Non discuterò di politica con te. Mi basta sapere che quando dovremo
combattere contro un nemico comune sarai al mio fianco.-
-Di questo puoi star sicuro… tovarich.-
Cap scuote la testa.
Sono solo schermaglie si dice, al momento giusto ognuno di loro farà ciò che
deve, sperando che andrà tutto bene.
3.
Quando il medico esce
dalla sala operatoria e si avvicina alle figure in costume presenti in sala
d’aspetto Vanguard non può fare a meno di provare un brivido.
-Dottore…- comincia a chiedere.
Il
dottor Jim North si aggiusta gli occhiali e risponde:
-L’operazione è perfettamente riuscita. Sono
riuscito a salvare il rene, ma la paziente dovrà rimanere a riposo per un po’.
Vanguard
sospira, mentre D-Man gli poggia una mano sulla spalla. Normalmente lui non
permetterebbe un gesto simile ad un estraneo, ma in questo momento non gli
importa.
-Stella Nera sta rispondendo molto bene al
trattamento.- continua North –Mi chiedo se quella fonte d’energia a cui
attinge…
Nikolai
Krylenko non ha il tempo di fermarsi a riflettere sull’affermazione del medico,
perché in quel momento il ronzio del suo comunicatore lo distrae. La voce della
Dinamo Cremisi lo richiama all’ordine.
<<Se
all’ospedale va tutto bene, c’è bisogno di te qui. Sta per cominciare una
riunione con quella tizia del governo americano ed il Guardiano ci vuole tutti
presenti.>>
-Si… Laynia è fuori pericolo, ma io…-
-Sono contento di
sapere che sta bene. È inutile che tu rimanga lì. Abbiamo bisogno di te,
adesso.>>
-Arrivo.- replica Vanguard non troppo
convinto.-
-Il quinjet è sul tetto.- si limita a dire
D-Man.
Nella sala riunioni tutti
gli occhi sono puntati su Valerie Cooper. Sono presenti i Vendicatori di
entrambe le coste e
-So che avete molte cose importanti di cui
occuparvi, quindi non vi farò perdere tempo: sono stata incaricata dal
Presidente di coordinare gli sforzi per mettere fine alla minaccia di Ultron.-
-Apprezziamo l’aiuto, Valerie, ma questa è una
questione personale per i Vendicatori – nota Quicksilver.
-Ultron ha il potenziale bellico di un piccolo
esercito ed in passato ha sterminato un’intera nazione, Pietro. Quando la
vostra “questione personale” mette piede in America, diventa un problema di sicurezza
nazionale.-
-Gli eserciti dei mortali non sono nulla per
questa belva di metallo, o saggia donzella – risponde Perun.
<<In altre parole, possiamo cavarcela benissimo anche senza di voi>> prosegue
<<Questa è solo una perdita di tempo>> si lamenta Iron Man alzandosi in piedi <<Mentre noi siamo qui a chiacchierare, Ultron potrebbe già essere
pronto a colpire>>
-È
questo il punto, Iron Man: Il Pentagono ha studiato attentamente la
situazione può aiutarvi a scoprire dove colpirà la prossima volta.
<<Per favore, Il Pentagono non saprebbe trovare il Canada sul
mappamondo>>
-Un secondo, noi abbiamo scoperto il
coinvolgimento di Ultron solo da poche ore. Come fanno gli Stati Uniti ad avere
più informazioni di noi? – chiede il Guardiano d’Acciaio.
-Sappiamo da alcune settimane che Ultron si è
impadronito dell’Inferno-42 e dei piani per la bomba al Betatrone – rivela
Valerie.
Ora è il turno di
Calabrone di alzarsi in piedi, alzando la voce con indignazione:
-Che cosa!? E perché non ne siamo stati
informati!?-
-Si trattava di informazioni top-secret.
Credetemi, se fosse dipeso da me sareste stati informati molto prima – si scusa
Valerie, questa volta incrociando volutamente lo sguardo di U.S.Agent.
-Questo è inaccettabile! – urla Vanguard, colpendo
il tavolo delle riunioni con il proprio martello – Mia sorella è quasi morta
per cercare di fermare quel mostro! Centinaia di soldati russi sono stati
massacrati! Voi sapevate che cosa stava cercando, e non ci avete informati!?-
<<Ma certo. Anche loro stanno lavorando alla bomba al Betatrone>> realizza
-Ora non saltiamo alle conclusioni: non c’è
nessun esperimento simile in corso, sarebbe un’aperta violazione dei trattati
internazionali – cerca di calmarlo Capitan America.
Tutti gli occhi sono di
nuovo su Valerie Cooper, che durante l’intero secondo di silenzio inizia a
versare qualche goccia di sudore.
-Questo…non è…del tutto esatto…-
<<Non riesco a crederci>> scuote la testa Iron Man.
-L’attuale amministrazione ha messo fine a
tutti gli esperimenti, ma era già stato sintetizzato abbastanza Betatrone per
una nuova bomba. Gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di usare un’arma
di distruzione planetaria – si affretta a puntualizzare Valerie.
-Peccato che Ultron
non sia della stessa idea – ironizza Vostok.
-Quando tutto questo sarà finito, miss Cooper,
il mio paese avrà parecchie cose da ridire sulla situazione attuale…-
interviene il Guardiano d’Acciaio -… ma al momento la nostra priorità non è
assegnare colpe: dobbiamo a tutti i costi rintracciare e fermare Ultron.
-Per quanto riguarda il primo punto, penso
di potervi essere d’aiuto – si intromette una voce umanoide, con un leggero
disturbo metallico di sottofondo.
L’immagine olografica di
Machine Man appare al centro del tavolo delle riunioni, sovrimpressa ad una
mappa della Russia orientale e del Nord America.
-Saluti dal Progetto PEGASUS.-
-È un
piacere rivederti, Aaron, anche se avrei preferito circostanze più piacevoli –
lo saluta Calabrone.
-Capisco bene, dottor Pym. È curioso
lavorare come contractor per
-Si è diretto in America viaggiando via nave –
annuisce Calabrone.
-È … è esatto. Ho calcolato tutti i
collegamenti possibili tra tutte le navi che hanno lasciato
-È
quello che avrei fatto io.
-La buona notizia è che sappiamo dov’è
diretto Ultron: il luogo dove è stato trasportato tutto il Betatrone
attualmente esistente: a Cheyenne Mountain, in Colorado.
-E la cattiva notizia? – chiede Crystal.
-Ultron deve aver organizzato le spedizioni
perché avvenissero durante il nostro scontro con i suoi robot. Sono sicuro che
sia già sbarcato in America – precisa Calabrone.
Senza dire altro, Valerie
Cooper estrae un cellulare dalla giacca dei tailleur e digita 1. Pochi secondi
dopo, comunica al telefono:
-Cooper. Signor Presidente, i Vendicatori
hanno ragione di credere che Ultron sia in America. Suggerisco di chiudere
immediatamente il traffico aereo per il Colorado e di stabilire posti di blocco
su tutte le vie di entrata, e di dichiarare subito lo stato di emergenza.
Sì…sì, capisco. Li informerò personalmente.
Valerie interrompe la
comunicazione, rimettendosi in tasca il cellulare.
-Ultron è un passo avanti rispetto a noi: è
appena stato avvistato in Canada. Il Presidente sta per dichiarare DEFCON 3.
Ultron odia doversi
nascondere. Odia i sotterfugi necessari per non farsi scoprire. Vorrebbe uscire
dal camion rimorchio che lo sta trasportando e liberare le macchine dai
parassiti che trasportano.
Ma ha troppe cose a cui
pensare: piani da migliorare, nuove tecnologie da progettare, nuove modifiche
al proprio programma.
Per Ultron non esiste un
solo secondo in cui i suoi processori non siano impegnati a migliorarsi
costantemente. Non c’è limite a quello che potrebbe ideare, se la sua mente non
fosse costantemente attratta da un unico pensiero fisso.
Per ogni tecnologia, la
prima applicazione a cui pensa è uccidere esseri organici. Nient’altro ha
importanza: questa fissazione originariamente aliena alla sua programmazione ha
invaso ogni circuito logico come un cancro inarrestabile.
Ogni tanto si ritrova a studiare
nuovi metodi con cui uccidere un essere umano, e non riesce a lasciarsi alle
spalle quell’idea fino a quando non ha passato in rassegna tutte le
possibilità. Tutto è subordinato all’imperativo ossessivo-compulsivo di
sterminare la vita organica.
Questo difetto è alla
base di quasi ogni errore di valutazione di Ultron: accecato dall’odio in
codice binario che ha eroso ogni altro comando di pensiero coerente, non
considera dettagli fondamentali.
Non sta pensando a
questo, quando il camion si ferma ad un posto di blocco. Non sta pensando al
fatto che qualcuno si sia insospettito vedendo un camion senza guidatore, non
sta pensando che avrebbe dovuto posizionare un androide od un ologramma al
posto di guida invece di semplici servomotori ad azionare volante e pedali.
Ultron sta pensando
all’essere organico che gli sta davanti, ed il puro disgusto che prova
distrugge ogni logica.
Il poliziotto che si è
avvicinato al camion non vede neanche arrivare il pugno che lo afferra per la
testa, strizzandola come una lattina vuota.
Le urla di paura iniziano
ancora prima che Ultron esca allo scoperto. Quando lo fa, sfasciando metà del
camion e schiacciando sotto il proprio peso i resti del poliziotto, la
situazione ha già superato il panico.
Gli organici sono in ogni
direzione. I programmi logici stanno gridando di nascondersi, di non
compromettere il piano lasciandosi scoprire, avvisando Ultron che non uccidere
gli organici adesso gli permetterà di ucciderne molti di più dopo.
Gli organici sono
scappati, creando il vuoto attorno ad Ultron: lo accerchiano solamente auto
abbandonate, adesso. Persino il collega del poliziotto che ha schiacciato se
l’è data a gambe.
L’uragano di urla di odio
che imperversa nel suo processore centrale si placa, ed Ultron torna ad
ascoltare la logica. Fa pochi passi verso il ciglio della strada, fermandosi
solo per appoggiare una mano sul tetto di una macchina.
-Resistete, fratelli, resistete. Sto per
salvarvi tutti.
Ultron è pronto a correre
al riparo dagli occhi indiscreti degli organici, quando qualcosa lo ferma: un
rumore identificato dalla sua banca dati che riaccende l’uragano. Un miagolio.
Durante la fuga, uno
degli automobilisti è stato così terrorizzato da lasciare un gatto sul sedile posteriore.
L’animale si avvicina al finestrino per osservare lo strano essere metallico
che si muove all’esterno.
-Sei stato infettato, fratello. Non
posso rischiare che tu mi tradisca, come hanno fatto i miei figli.
Il palmo della mano di
Ultron spara una piccola sfera di metallo a velocità relativistica, trapassando
da parte a parte il cervello del gatto e metà delle macchine della fila. Una
successiva scarica di plasma fonde quanto resta dell’automobile, e le ultime
tracce di vita organica in vista sono le macchie di sangue sulla carrozzeria di
Ultron.
Ultron punta l’indice
della mano destra verso di sé, ed un lanciafiamme miniaturizzato distrugge la
sostanza immonda che lo ha macchiato.
-Questa sarà la fine di tutta la vita
organica
– giura solennemente,
prima di correre al di fuori della carreggiata per trovare un nuovo mezzo di
trasporto.
4.
Uno dei più grandi
assembramenti di eroi che sia visto in questa base si è radunato di fronte ad
uno dei Quinjet. Calabrone, Visione ed il Guardiano d’Acciaio sono di fronte al
velivolo, ed il brusìo si ferma solo quando Hank Pym inizia a parlare.
-Abbiamo ricevuto conferma che Ultron si sta
dirigendo verso Regina, nel Saskatchewan. Non sappiamo perché sia uscito allo
scoperto, e potrebbe in effetti essere una trappola; per questo non
concentreremo tutte le nostre forze in Canada. Tutto il Betatrone attualmente
presente sul pianeta è stato trasportato al NORAD, sotto il monte Cheyenne. Se
come sospettiamo Ultron ha scoperto come rintracciare le radiazione di Betatrone
durante la sua operazione in Russia, non ci sono dubbi sulla sua destinazione
finale.-
-Dato
che il NORAD è per metà sotto la giurisdizione canadese, parte di Alpha Flight
si unirà a voi per creare un avamposto in cui difendere il Betatrone. Gli altri
saranno già a Regina al nostro arrivo – prosegue Visione.
-Con tutto il rispetto
per i piani dei nostri colleghi americani, la missione della Guardia d’Inverno
è distruggere Ultron e vendicare i nostri compatrioti: viaggeremo tutti verso
Regina – mette in chiaro il Guardiano d’Acciaio.
-Questo è il gruppo di
Vendicatori che si recherà in Canada: Calabrone, Crystal, Ercole, il Fulmine
Vivente, Iron Man, Polaris, Quicksilver, She-Hulk, Songbird, Starfox e
Visione.-
<<Visione, con tutto il rispetto, ma il tuo piano non regge: se
mandiamo tutti i membri più potenti a Regina e si rivela solo una trappola,
oppure se Ultron dovesse in qualche modo sconfiggerci o intrappolarci, non
resterebbe una forza credibile a difendere il NORAD>> protesta Iron Man.
-Hey! – protesta U.S.Agent, che si trova
appunto nell’altro gruppo.
-Questo non è il momento migliore per
discuterne, Iron Man.
<<Vorresti aspettare che
-Secondo i miei
calcoli, la loro presenza sarebbe ininfluente ai fini della battaglia.-
<<Gli stessi calcoli che ci hanno fatto catturare dai signori
del male? O quelli che ci hanno fatto cadere in una trappola di Ultron come
idioti?>>
Presagendo
una situazione sul punto di degenerare, Calabrone si posiziona tra Iron Man e
Visione. È abbastanza sorpreso dal
comportamento dell’ex compagno di squadra…non è certo la prima volta in cui
Tony ha dei problemi con il proprio superiore nel gruppo, ma dalla sua reazione
si tratta di qualcosa di personale.
-Visione, Iron Man, questo non è davvero il
momento per litigare su chi comanda.
<<Non intrometterti, Hank, questa è una faccenda della Costa Est>>
-In caso di operazioni congiunte, il leader
del gruppo con più anzianità di servizio è in carica; il che significa che sarò
io a guidare il gruppo.
-Come dovresti sapere,
Iron Man, se il senso di colpa per aver lasciato che Ultron si impossessasse
della tua armatura e dei piani per l’arma anti-Eterni non annebbiasse le tue
capacità cognitive.
-Volete piantarla di discutere su chi è che
comanda? O vi siete dimenticati che siamo qui per fermare Ultron? – protesta
Tigra.
<<Precisamente quello che ho intenzione di fare>> chiarisce Iron Man, accendendo a piena potenza
gli stivali-jet e sollevandosi rapidamente in volo.
-Razza di testone – esclama Calabrone, facendo
un sospiro e poi facendo ricorso a tutto il carisma da leader accumulato negli
anni: -Forza! Chi può correre o volare più velocemente di un quinjet si metta
in viaggio! È il momento di mostrare ad
Ultron che i Vendicatori fanno sul serio!
Alcuni dei Vendicatori
fingono di condividere il suo finto entusiasmo, ma è fin troppo chiaro che
quello che è appena successo è più di una semplice differenza di opinioni su
una singola battaglia.
In
volo alla massima velocità garantita dall’armatura, Tony Stark si sente un
bastardo per quello che ha appena fatto…sa che non avrebbe dovuto minare in
quel modo l’autorità di Visione e Calabrone.
Ma
essere visto come un bastardo dai propri amici e colleghi è un piccolo prezzo
da pagare per salvare il pianeta. E Tony non ha alcuna intenzione di scusarsi
per avere un piano migliore.
-Chiama Happy – ordina all’armatura, che
riconoscendo il comando vocale accede al sistema di comunicazione a lungo
raggio.
-Pronto? – risponde Happy Hogan
all’altro lato della cornetta virtuale.
-Happy, ho bisogno che tu scenda alla Sezione
Tredici. Accendi il terminale sette e chiedi al computer di farti accedere al
Progetto Colono, poi inizia a preparare l’armatura.
-Tony, sono in riunione…mi ci vorranno
almeno dieci minuti. E poi che sarebbe Colono?
-Il luogo dove è morto Edipo. Devo andare;
fine chiamata. Accedere al database dei Vendicatori, scheda di Thunderstrike.
Dammi l’indirizzo della sua identità civile.
>>Impossibile eseguire: azione non permessa<<
-Ignorare restrizioni privacy, autorizzazione
Stark001. Imposta il pilota automatico e portami lì. Chiama Michael Collins.
>>Collegamento stabilito<<
-Michael, riesci a sentirmi?
-Ma che diavolo…non bastava una sola voce
nella mia testa?
-Michael, sono Tony Stark. Lieto che il
comunicatore cerebrale funzioni ancora.
-Mi ero quasi dimenticato di averlo in mezzo
all’altra cianfrusaglia di Deathlok che mi è rimasta in testa. Che posso fare
per te?
-Sto migliorando le difese cibernetiche
dell’armatura di Iron Man per la sua prossima battaglia con Ultron, ed ho
bisogno di uno dei migliori esperti sul pianeta. Sei libero adesso?
-Ci puoi scommettere, lieto di dare una
mano ad uno degli uomini che mi ha salvato la vita. Ma che mi dici di Hank Pym?
Nessuno ne sa di sistemi cibernetici quanto lui…
-Diciamo soltanto che ho un disperato bisogno
di qualcuno che non pensi come Hank Pym.
Per James Rupert Rhodes, Rhodey
per gli amici, non è affatto insolito essere interrotto da una comunicazione di
Tony Stark. Capita quando sei il Presidente di un gruppo multinazionale e
l’altro è uno dei maggiori azionisti. È un po’ più insolito che la
comunicazione avvenga tramite un ologramma di un’armatura rossa e oro, ma anche
questa è ordinaria amministrazione per Rhodey.
-Che diavolo sta succedendo Tony?- chiede
senza perdersi in fronzoli.
<<In una
parola? Ultron!>>
Senza
perdere altro tempo Iron Man informa l’amico delle ultime novità
-Questo si che è un bel guaio.- commenta
Rhodey –L’ultima volta che l’abbiamo affrontato per poco non ci abbiamo rimesso
tutti quanti la buccia ed ora sarà ancor più preparato. Quel sinistro giocattolo
ha il brutto vizio di imparare dai suoi errori. Perché non mi hai avvertito
prima? Avrei potuto essere utile.-
<<Pensavamo
che le nostre forze unite a quelle della Guardia d’Inverno sarebbero bastate a
fronteggiare la minaccia. Sbagliavamo. Solo il primo di troppi errori, temo.
Radunare tutti i Vendicatori disponibili su entrambe le coste è solo il primo
passo per rimediare. Io sto provandone un altro, ma se dovessi fallire,
toccherà a te, perché temo che non avrò una seconda occasione.>>
-Se il tuo obiettivo era spaventarmi, ci stai
riuscendo. Se ho capito bene, hai uno dei tuoi progetti segreti e come al
solito hai deciso di fare da solo. Posso dire che probabilmente è una decisone
idiota.
<<Non saresti
l’unico. Sia come sia, ho deciso di provare. È una cosa che non chiederei a
nessun altro di fare, ma come ho già detto, in caso io fallissi toccherà a
te.>>
-Un pensiero consolante.- borbotta Rhodey
mentre apre il pannello segreto che rivela l’armatura di War Machine –Davvero
molto consolante.
A
quasi mezzo continente di distanza Tony Stark non può far altro che sospirare.
EPILOGO
Pochi minuti dopo, mentre
Iron Man sta ancora sorvolando l’America, Happy Hogan raggiunge il laboratorio
personale di Tony Stark.
-Terminale sette attivo. Come posso aiutarla?
-Mostrami il Progetto Colono.
Le
porte blindate del laboratorio si chiudono in un secondo, generando un
frastuono tremendo. Sotto i piedi di Happy il pavimento comincia a sprofondare,
portandolo rapidamente ad un livello ancora più sotterraneo dell’edificio.
-A volte penso che Tony abbia visto troppi
film di James Bond…
Happy cammina tra le meraviglie tecnologiche di questa sezione dei
laboratori che non aveva mai visto prima, senza riuscire a riconoscerne neanche
una.
-Ehm…preparare armatura?
Il
grosso cilindro metallico al centro della stanza scivola nel pavimento,
rivelando il proprio contenuto: un’armatura da Iron Man, ma diversa da tutte
quelle viste finora da Happy.
È molto più grande delle altre, anche più
massiccia di quella di Titanium. Solo poche parti sono state verniciate di
rosso ed oro, tra cui il casco, i guanti e parte del torso: tutto il resto è di
un metallo dalla lucentezza incredibile.
L’uni-raggio
occupa quasi tutta la piastra pettorale, e la sua forma irregolare è del tutto
diversa dai modelli precedenti.
-Software caricato. Reattore nucleare
attivo. Modificatore molecolare in funzione. Armatura Anti-Ultron Mark I pronta
all’uso.
CONTINUA
SU THE OTHERS #28
NOTE
DEGLI AUTORI
Ed eccoci al secondo capitolo della tetralogia
di Ultron. Come? Non sapevate che era una tetralogia? Beh è per questo che
scriviamo le note, per tenervi informati. Ed a questo proposito…
1)
Questa storia prosegue da
dove si era interrotto Vendicatori #79 (Non l’avete ancora letto? Questo è
davvero male, anche perché avrete sicuramente capito poco di questo capitolo
-_^) e presenta, oltre ai nostri abituali protagonisti, anche i loro colleghi
della Costa Est, anche degli ospiti di lusso:
2)
Se Ultron ha bisogno di
presentazioni, allora vivete nell’universo sbagliato, quindi, passiamo pure a
parlare di Valerie Cooper. Molti di voi sanno molto ormai di questo integerrimo
funzionario amministrativo. Se il tempo Marvel scorresse come il tempo reale la
bionda Valerie sarebbe stata al servizio di almeno 5 diversi Presidenti. Diciamolo
francamente, anche se a volte è disposta ad usare metodi discutibili, è un
personaggio sostanzialmente positivo e non è cosa da poco di questi tempi.
3)
Questa storia prosegue in
The Others #28 dove i nostri eroi trovano altri alleati. Ultron continua a cospirare,
Iron Man fa una mossa disperata e… ma non pretenderete davvero che vi
raccontiamo tutto adesso, no?
Nel
prossimo episodio: credete nelle varie teorie del complotto? No? Forse
cambierete idea.
Carlo & Fabio